Perché usare la panca a inversione

perche usare la panca a inversione

Oggi si tende sempre più a voler rassodare e tonificare il proprio corpo nel migliore dei modi possibili e se non si ha tempo per andare in palestra tra un impegno di lavoro e l’altro, allora si vuole comporre in casa un proprio angolo dedicato allo sport e al fitness in cui non può di certo mancare la panca a inversione. Vediamo quindi perché viene usata la panca a inversione e come si usa. Non tuti sanno che quella panca che tanto odiamo usare in palestra ha un nome ben specifico e non si chiama solo panca ma si tratta della panca a inversione. E’ uno strumento di fitness che in pochi usano praticare, e soprattutto che in pochi preferiscono anche introdurre nel proprio angolo domestico dedicato allo sport. Infatti, oggi sempre più spesso si usa comporre la palestra dei propri sogni in casa propria così da avere comodamente a portata di mano tutti gli strumenti di fitness di cui si ha bisogno per allenarsi in modo costante e quotidiano.

Oggi sempre più gli impegni di lavoro e familiari ci coinvolgono in modo da non permetterci di andare in palestra a dedicarci al nostro benessere ecco perché si sceglie sempre più di introdurre gli attrezzi di fitness in casa per scolpire e tonificare il nostro corpo quando si desidera e soprattutto, quando realmente si ha il tempo necessario per farlo. In palestra come a casa propria è possibile usare la panca a inversione, ma a chi è in genere adatta la panca a inversione e come va usata? La panca a inversione è un attrezzo che viene usato oggi non soltanto dagli atleti professionisti, ma anche da chi ama praticare sport a livello amatoriale e ha bisogno di svolgere gli esercii sulla panca a inversione per alleviare diversi disturbi e malesseri che coinvolgono la colonna vertebrale.

La panca a inversione, infatti, fa stare sdraiati a testa in giù e permette il raggiungimento dell’inclinazione desiderata piano piano e in maniera assolutamente graduale. Si tratta, quindi, di uno strumento con il quale si può eseguire un tipo di trattamento di trazione della colonna vertebrale: dovendo stare a testa in giù, infatti, le articolazioni vengono sollecitate da una forza contraria rispetto a quella di gravità e che si rivela molto utile per alleviare e diminuire eventuali dolori alla schiena che ci affliggono ma anche per ottimizzare la capacità di orientamento nello spazio acquistando un più preciso senso dell’equilibrio. Proprio per questa sua funzione, a utilizzare la panca sono atleti professionisti come sciatori e piloti, che si allenano per raggiungere in modo veloce e facile il proprio equilibrio.

Come si usa la panca

Il trattamento con la panca è a oggi uno dei metodi ideali nonché il più naturale per alleviare un po’ i dolori alla schiena, ma è molto utile a migliorare la circolazione del sangue, a ridurre lo stress e la tensione del corpo dato che riesce ad agire sugli effetti che la forza di gravità esercita sul nostro organismo. L’uso della panca che inverte la polarità del corpo favorisce quindi, una maggiore irrigazione del sangue nei tessuti e ciò aiuta l’energia vitale a raggiungere in modo naturale tutti gli organi. L’esercizio con la panca a inversione riesce a lenire mal di schiena, diminuire lo stress quotidiano, riattivare la circolazione sanguigna, rinforzare le vene, aumentare l’ossigenazione del cervello, e contribuire al ringiovanimento cellulare dei tessuti.

L’utilità del navigatore satellitare

utilita del navigatore satellitare

Grazie al successo e alla ampissima diffusione di smartphone e tablet dotati di sistemi GPS, sono andate aumentando anche le vendite del navigatore satellitare che oggi si rivela molto utile per potersi orientare in un posto che non si conosce o anche per arrivare ovunque anche se non si conosce la strada. Vediamo come scegliere quindi il navigatore satellitare più idoneo alle proprie esigenze. Il navigatore satellitare da quando è stato immesso sul mercato ha subito riscontrato un notevole successo di pubblico dato che permette di poter arrivare in qualsiasi luogo anche senza conoscere la strada: la funzione principale infatti del navigatore è proprio quella che tramite collegamenti GPS e satellitari, riesce subito a calcolare il percorso ottimale per andare nel posto prescelto.

Ovviamente le coordinate di inizio e fine percorso vanno immesse a mano, però tutto il resto, ovvero l’itinerario più veloce e più semplice da percorrere, lo calcola in meno di 2 secondi propri questo dispositivo che è possibile installare nella propria auto. Oggi poi il progresso tecnologico ha permesso al tipo tradizionale e più classico di navigatore satellitare di evolversi per cui nei negozi specializzati è possibile trovare numerosi e diversi modelli di navigatore e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Come poter effettuare la scelta più giusta è presto detto: bisogna prendere in considerazione alcune funzioni e caratteristiche tecniche che si vorrebbero trovare nel proprio navigatore satellitare preferito. Quindi per evitare di procedere a un acquisto errato, vediamo quali sono le principali e basilari caratteristiche che dovrebbe avere un qualsiasi navigatore.

Considerando che il navigatore satellitare non funziona senza un buon hardware la prima caratteristica da dover valutare prima dell’acquisto è la dimensione dello schermo. In genere, i navigatori satellitari migliori sono quelli dotati di un display da 4,3 pollici perché riescono a offrire un buon compromesso fra spazio e chiarezza delle informazioni, nonostante ciò molti consumatori propendono decisamente per quelli con schermo da 5 pollici perché risultano più comodi da consultare. Se si punta ad ottenere il massimo comfort di visualizzazione allora sarebbe conveniente anche considerare un navigatore dallo schermo di 7 pollici anche se, in questo caso, lo spazio richiesto è nettamente maggiore.

Come effettuare la scelta migliore

Se avete problemi di spazio sul cruscotto, la scelta dovrebbe ricadere su navigatori da schermi di 3,5 pollici. Insieme alla dimensione, va considerato anche lo spazio per l’eventuale supporto su cui si intende collocare il navigatore, inoltre altre caratteristiche da prendere in considerazione per il proprio acquisto sono la possibilità di riproduzione dei file multimediali tipo foto, video o musica, se si desidera un navigatore con Bluetooth così da poterlo interfacciare con eventuale smartphone o tablet e usarlo come altoparlante. Per la riproduzione dei file multimediali, bisogna puntare l’attenzione sulla qualità del lettore di memory card SD, che serve per caricare dati nel navigatore. A questo proposito, va considerato anche il software del navigatore: la maggior parte dei dispositivi satellitari di fascia media già ha caricate le principali mappe geografiche che possono servire, ma ovviamente ci sono anche dispositivi che forniscono mappe di tutte le nazioni particolareggiate.

Come scegliere le scarpe trekking

scegliere le scarpe trekking

Quando si è patiti di escursioni e di montagna non si può prescindere dall’effettuare una bella escursione senza munirsi dell’equipaggiamento necessario che include naturalmente anche le scarpe: la scelta delle scarpe trekking non è mai così facile e immediata come può sembrare, ecco perché di seguito vedremo come poter trovare e valutare il modello di scarpe più adatto alle proprie esigenze. Scegliere le scarpe per la montagna oggi non è così facile e anzi può diventare addirittura più difficile della scelta di un paio di scarpe normali per tutti giorni, perché le scarpe da montagna, anche note come scarpe trekking, devono tenere il piede non solo al sicuro da eventuali scivoloni che is possono pendere, ma anche al caldo e il piede deve essere sicuro da sollecitazioni e da botte che si possono prendere lungo il tragitto dell’escursione.

Inoltre, il piede deve sentirsi effettivamente comodo e coccolato dalle scarpe trekking con cui dovrà affrontare discese e salite impervie. Insomma, le scarpe trekking devono poter essere in grado di rimanere intatte e di assicurare una buona tenuta e aderenza sui terreni più disastrati, come quelli di una montagna o di un percorso escursionistico a valle. Ecco perché la scelta delle scarpe da montagna è importante secondo il tipo di uso che se ne farà. E’ proprio in base ai diversi utilizzi che oggi, nei negozi di scarpe e in quelli specializzati per gli sport di montagna e all’aria aperta, è possibile trovare diversi modelli di scarpe trekking che sono classificate come Alte, Mid o Basse, ci sono poi quelle specifiche per praticare sport come alpinismo e avvicinamento e anche le scarpe per trail running, che si distinguono a seconda delle caratteristiche di flessibilità e calzata ricercate.

Le scarpe trekking sono ovviamente dotate di una certa flessibilità che dev’essere superiore alle normali scarpe e, come accennato, devono dimostrare una calzata molto più confortevole del solito e proprio in base a queste due caratteristiche principali oggi è possibile scegliere tra i scarponi trekking alti, che più di altre riescono a offrire una maggiore protezione del piede e della caviglia per cui risultano maggiormente idonee per percorrere sentieri di medio livello come strade ferrate e sentieri alpinistici. Ci sono poi le carpe trekking mid che si differenziano per l’altezza contenuta che le rende più adatte a percorrere sentieri un po’ elastici e più facili.

Quale modello preferire

Le scarpe trekking basse infine, consento un livello maggiore di libertà di movimento rispetto ai primi due tipi e assicurano un peso molto più leggero e contenuto, per questo sono le scarpe più idonee a essere utilizzate più frequentemente e per molteplici attività da poter compiere sua sia in un ambiente montano che urbano. Le scarpe adatte a sport come alpinismo e avvicinamento sono delle scarpe trekking che presentano una flessibilità minore ma una calzata più tecnica grazie alla presenza di una suola speciale che al tatto risulta più rigida e che deve consentire una maggiore stabilità anche su appoggi di spazio minimo. Si tratta quindi, di scarpe trekking alte di massima protezione adatte ai percorsi decisamente impegnativi e da poter usare in tutte le stagioni.

Come praticare Canyoning lungo le Gole della Sila

canyoning lungo le Gole della Sila

Quello della Calabria si presenta da sempre all’uomo come un territorio che si distingue da una parte per la natura variegata al punto che nella stessa terra si hanno monti a strapiombo sul mare, dall’altra per l’essere una regione abbastanza caotica in quanto meta di turismo balneare. Oggi però si sta scoprendo la regione sempre più tanto che il turista non è contento e soddisfatto se non se ne va appagato culturalmente e sportivamente: in Calabria chi ama l’avventura non può rinunciare a un’escursione in rafts lungo le famose e famigerate Gole della Sila.

È meglio il Rafting o il canyong?

Come altre regioni italiane in cui le diversità si compensano e il territorio presenta innumerevoli spunti da poter sviluppare in altrettante idee di vacanza, dovete sapere che all’interno del Parco Nazionale del Pollino, che si trova tra Basilicata e Calabria, si estende la più grande zona protetta d’Italia nonché la seconda zona verde d’Europa, ovvero il cuore verde della Calabria.

Qui il tempo è scandito dal lento scorrere del fiume Lao che si origina dalle vette più alte della Serra del Prete, e che solo negli ultimi anni è diventato una tra le mete preferite degli sportivi italiani e non dato che è proprio lungo il Lao che è possibile praticare le più diverse discipline sportive adatte, però, solo a tipi particolarmente amanti dell’avventura e particolarmente temerari. Tra le discipline più praticate soprattutto non appena inizia la bella stagione, il rafting e il canyoning sono le predilette di ragazzi e adulti che hanno voglia e desiderio di mettersi alla prova sul serio.

La differenza che fa il divertimento

Come molti che leggono per la prima volta questi termini, anche noi non sapevamo esattamente a cosa corrispondessero per cui vogliamo illuminarvi: il rafting consiste nello scendere lungo un torrente in sella a un gommone pressoché inaffondabile e auto-svuotante, che viene chiamato appunto raft. Questo gommone, in genere, viene manovrato da quattro o al massimo otto persone attraverso le pagaie che servono loro per potersi destreggiare tra le rapide del fiume. Dall’altra parte, il canyoning altro non indica se non il “torrentismo” che, più o meno come il rafting, prevede la discesa in mezzo a strette gole, i canyon appunto, attraversati naturalmente da corsi d’acqua.

Nel canyoning, per attraversare le gole non c’è bisogno di usare alcun mezzo come per il rafting, servono solo piedi e gambe ben allenate. Entrambe le discipline richiedono una minima preparazione da parte di chi voglia affrontarle per la prima volta, perché sono facilmente praticabili e soprattutto nella pratica si è sempre accompagnati da un esperto che guiderà la ‘spedizione’. Le gole del Lao nel Parco del Pollino e quelle della Sila, nell’omonimo Parco Nazionale, sono davvero i posti ideali per praticare questo tipo di sport e lo consente soprattutto la particolare conformazione del territorio della Calabria, pieno di corsi d’acqua e di gole. Come accennato, ormai alla Sila arrivano sportivi da ogni parte d’Italia e d’Europa, alcuni per esercitarsi, altri per sfidare se stessi, ma tutti sicuramente per divertirsi e provare il brivido dell’avventura.

Cirò marina e le sue strade dei vini

ciro marina e le sue strade dei vini

Forse non sapete che esiste una zona molto famosa in Italia in cui i vigneti crescono liberi di dare i propri succosi frutti e l’aria profuma di vino tra i quali si possono annoverare anche vitigni divenuti molto rinomati e apprezzati dai veri intenditori: venite con noi alla scoperta di Cirò Marina.

Da dove provengono i vini italiani

Il vitigno Gaglioppo è uno dei tanti esempi di come la nostra terra se trattata con i guanti, riesce a sfornare i prodotti che sono destinati a diventare i migliori del mondo: a Cirò Marina i vitigni sono di proprietà infatti di coloro che oggi risultano essere i maggiori produttori al mondo del Cirò DOC. Questo è possibile perché la stessa località di Cirò Marina è quel tipo di posto costiero che offrire al turista oltre a ogni tipo di attrattiva, anche la possibilità di godere della natura e di ciò che l’uomo riesce a trarvi di buono e gustoso: il vino.

È anche per questo che la località è ben nota, ovvero per le gite puramente enogastronomiche, ma non va trascurata nemmeno dal punto di vista paesaggistico o artistico-culturale, giacché sono queste le principali attrattive che rendono la cittadina unica nel suo genere. Per quanto riguarda la Cirò Marina enogastronomica, bisogna sottolineare che lo è, ovvero è Città del Vino, da ben 15 anni, ovvero dal 2000, anno in è stata la stessa Associazione nazionale a insignire la città del titolo prestigioso, facendola di fatto entrare ufficialmente all’interno del circuito relativo ai percorsi enoturistici organizzati in tutte le regioni italiane.

Ottima terra per un ottimo vino

Per arrivare a Cirò bisogna attraversare tutta quella strada che si dirige verso il Massiccio della Silla e che si contraddistingue da una forte e viva presenza di castelli e, naturalmente, di vigneti: i castelli presenti sono per lo più strutture di epoca spagnola e normanna, ma anche edifici risalenti al periodo svevo e aragonese e queste strutture sono state erette sui resti che dovevano essere delle antiche città greche e che ormai sembrano sprofondare del tutto nel mare. Oltre al fascino di un paesaggio costellato da roccaforti antiche, il turista non può fare a meno di notare le distese immense di vigneti: proprio in questa particolare area, infatti, vengono coltivati fra i più noti e buoni vitigni d’Italia, ovvero il Gaglioppo, il Greco Nero, il Trebbiano toscano, il Malvasia e il Greco Bianco, tutti ormai con la rigorosa denominazione DOC a succederne il nome.

Incredibile a pensare che è nella provincia crotonese il luogo in cui si possono gustare le più eccellenti qualità di vini della regione Calabria: la strada dei vini che più delle altre viene prediletta dai visitatori è quella di Cirò e Melissa, due località che forse a un primo impatto non vi dicono niente, ma che in realtà godono di ottima fama. Nel 2003, infatti, è stato formato appositamente il “Consorzio di tutela e valorizzazione del vino DOC Cirò”, e nel 2007 si è costituito invece, quello relativo alla qualità DOC Melissa: fin dai tempi antichi questo territorio è stato trattato come una zona di vitigni e vigneti, la cui coltivazione perdurata per secoli, oggi dà origine alla produzione di due vini dalle diverse qualità: di grande struttura ed eleganza è il Cirò DOC così come il Melissa DOC è delicato e deciso.